piano casa

A questo punto, tra vicini ne vedremo delle belle. Ma Galan è contento…

***

PIANO CASA. IL PRESIDENTE GALAN PRESENTA I CONTENUTI DELLA LEGGE PER IL SOSTEGNO AL SETTORE EDILIZIO

da: REGIONE VENETO
Venezia, 2 luglio 2009

“Si tratta di una delle più importanti e più opportune leggi fatte da questa Regione e se non avessimo avuto un’opposizione che ci ha fatto perdere più di tre mesi, avremmo contribuito un po’ prima alla ripresa economica del nostro Veneto”. Lo ha ribadito il Governatore della Regione del Veneto, Giancarlo Galan, presentando alla stampa i contenuti della legge “Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per favorire l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e modifiche alla legge regionale 12/7/2007, n.16”, licenziata ieri dal Consiglio. “Comunque – ha proseguito Galan – è una legge che ancora una volta distingue il Veneto da tutte le altre regioni che sono ferme, una legge fatta anche per cambiare le periferie delle città e renderle più belle. Nessuna cementificazione, quindi, ma solo l’opportunità vera di cambiare le cose brutte che sono state fatte in tutti questi anni”. Riferendosi poi al ruolo della minoranza, Galan ha detto di non sentirsi assolutamente di ringraziarla, perché se qualcuno pensa che con la sua opposizione alla legge abbia fatto una cosa buona, si sbaglia. “La sua azione – ha detto – è stata solo un danno, ostacolando, peggiorando, burocratizzando un testo nato e voluto soprattutto per i cittadini. Un aspetto peggiorativo – ha proseguito – è senz’altro quello del silenzio diniego, una cosa aberrante in una democrazia occidentale e che dimostra la volontà di stare contro i cittadini”. “Oggi l’opposizione, che può vantarsi solo di aver ritardato la legge e di averla resa meno snella, si vanta di aver salvato i centri storici. Ma quando mai i centri storici sono stati interessati da questa legge , si è chiesto Galan il quale ha aggiunto che “non sono riusciti a sconfiggere i principi di fondo che sono alla base di questo provvedimento e che ne rappresentano la forza straordinaria, restituendo un po’ di libertà ai cittadini”. Riferendosi poi alla valenza economica della legge, il Governatore ha ribadito che questo interessa circa 100 mila addetti della filiera, qualcuno dei quali, molto probabilmente, si è perso in questi tre mesi persi in Consiglio. Nel concludere Galan ha detto che questo non è il primo provvedimento a favore della casa, ricordando Veneto Casa del 2008, finalizzato a calmierare il prezzo degli alloggi e sempre nel 2009, quello per la vendita dell’intero patrimonio dell’ATER, che consentirà a 40 mila cittadini di diventare proprietari e nel contempo di costruire nuove case. “E’ qualcosa di straordinario, che nessun’altra regione, ma nemmeno lo Stato, può vantare”. Da parte sua l’Assessore all’Urbanistica e Politiche per il Territorio, Renzo Marangon, ha detto che si tratta di un provvedimento importante, anche perché consente ai cittadini, con la semplificazione delle procedure burocratiche, di intervenire da subito sulle prime case. “Speriamo – ha sottolineato – che anche gli istituti di credito mettano a disposizione delle famiglie un provvista finanziaria e agevolazioni normative e procedurali tali da consentire a tutti quelli che vogliono intervenire sulla propria abitazione, di poterlo fare”. Tiziano Zigiotto, presidente della II Commissione Consiliare, ha posto l’accento sul meccanismo che ha consentito di conciliare il rilancio dell’economia con la riqualificazione del paesaggio: quello del premio di costruzione per chi costruisce con tecniche di bioedilizia. Si ricorda che il progetto di legge riguarda, in particolare, gli interventi di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, mediante la demolizione e la ricostruzione, che sono ammessi con aumenti volumetrici fino al 40%, sia per il residenziale che per il produttivo in zona propria, solo se realizzati con le tecniche costruttive di bioedilizia. Il 40% può inoltre essere elevato fino al 50% qualora gli interventi siano oggetto di un piano attuativo; inoltre viene chiarito il concetto di ristrutturazione edilizia che ha creato alcuni problemi applicativi nel territorio regionale ed infine, sempre oggetto di accordo, l’articolo che assegna ai comuni la competenza a decidere sulla applicazione della legge in questione. In tal senso i comuni avranno fino al 30 ottobre per deliberare se e con quali limiti applicare la normativa. Nell’ipotesi in cui il termine decorra senza un provvedimento comunale espresso, la Giunta regionale, attraverso la nomina di un commissario, potrà far convocare il Consiglio comunale perché prenda le sue decisioni. Nel silenzio del comune, la legge troverà comunque applicazione per tutte le zone del territorio, ma solo per la prima casa e con esclusione dei centri storici, degli edifici vincolati o soggetti a specifiche forme di tutela e per quelli che ricadono in aree di inedificabilità assoluta o in aree ad alta pericolosità idraulica. La legge veneta prevede, inoltre, la possibilità di ampliare del 20%, rispetto all’esistente, gli edifici residenziali e ad uso diverso, consentendo di realizzare tale ampliamento in aderenza oppure utilizzando un corpo edilizio contiguo già esistente. In determinate ipotesi è inoltre ammessa la realizzazione di un corpo edilizio separato, che comunque va considerato accessorio e pertinenziale rispetto al fabbricato principale. Nel progetto di legge veneto assume particolare rilievo anche l’articolo dedicato ai titoli edilizi: per dare il via ai lavori non servirà più il permesso di costruire ma sarà sufficiente la DIA corredata da una specifica documentazione e per presentare le richieste ci sono 24 mesi di tempo da quando la legge entrerà in vigore. Da segnalare, infine, che gli interventi potranno essere realizzati anche in deroga ai piani regolatori e nel rispetto delle norme statali in materia di distanze e per quanto riguarda gli oneri i è prevista la riduzione del 60% solo per le prime case.
Comunicato n. 1215 – 2009 (TERRITORIO)

E’ fatta. Grazie alla giunta Galan, il Veneto avrà tanti piccoli e meno piccoli ecomostri, sparsi in ogni dove. I Comuni potranno decidere di non concedere il permesso, ma secondo voi lo faranno?

IL MATTINO DI PADOVA 2 luglio 2009

VENEZIA. Alla fine ce l’hanno fatta. Dalle 19,40 di ieri sera il piano di sostegno all’edilizia, meglio noto come “piano casa” è legge della Regione. Significative le modifiche introdotte dall’arrivo del progetto di legge in Consiglio regionale, frutto di un duro scontro tra maggioranza ed opposizione che si è trascinato fino all’ultimo. La legge, forte della dichiarazione d’urgenza, entrerà in vigore dal giorno successivo la pubblicazione sul Bur. Il via libera è arrivato con i voti della maggioranza (26), l’astensione del centrosinistra (10) e il voto contrario di Rifondazione Comunista, Pdci e Verdi (3). Il testo approvato prevede la possibilità di ampliare le prime case del 20% del volume esistente, compreso l’eventuale recupero dei sottotetti, con esclusione delle abitazioni site nei centri storici, in aree di inedificabilità assoluta o oggetto di specifiche norme di tutela. Gli interventi di ampliamento delle prime case godranno di effetti immediati e procedure semplificate (basterà presentare la dichiarazione di inizio attività) e di oneri di costruzione scontati del 60% o addirittura azzerati in caso di disabili o invalidi. La legge approvata prevede anche possibilità di ampliamento fino al 20% della superficie per gli immobili non residenziali (capannoni, negozi, magazzini, insediamenti turistici), con gli stessi limiti di zona posti alle prime case. Gli ampliamenti potranno avvenire in aderenza al corpo esistente o interessare eventuali pertinenze dell’immobile, fatte salve le norme vigenti in materia di distanze tra confinanti. Premiate inoltre le operazioni di abbattimento e ricostruzione degli edifici costruiti prima del 1989, con aumenti di cubatura (per le case) e in superficie (per gli edifici non residenziali) fino al 30%, purché tali interventi siano compatibili con la destinazione urbanistica dell’area e con le opere di urbanizzazione preesistenti e venga mantenuta la destinazione d’uso degli edifici. La percentuale sale al 40% della superficie e del volume nel caso in cui vengano utilizzate tecniche di edilizia sostenibile e fonti di energia rinnovabile, con un ulteriore premio del 10% (ovvero fino al 50%) in caso di interventi di ricomposizione planivolumetrica dell’edificato che modificano sagoma e sedime originari. Rispetto alla proposta della Giunta la legge assegna più potere ai Comuni, sostituendo al principio del “silenzio- assenso” quello del “silenzio- diniego”: le amministrazioni locali dovranno decidere entro il 30 ottobre se e con quali limiti applicare la nuova legge regionale in deroga agli strumenti urbanistici vigenti. A quel punto, in caso di mancato pronunciamento dei Consigli comunali, la Giunta avrà 15 giorni di tempo per nominare un commissario “ad acta” con il compito di convocare il consiglio comunale e farlo deliberare sul tema. (s.z.)

ecomostro
(altro…)

IL MATTINO DI PADOVA, 29 GIUGNO 2009
VENEZIA. Piano casa: accordo raggiunto, a meno di colpi di scena dell’ultima ora. Il disegno di legge regionale proposto dalla giunta Galan sarà approvato domani dal consiglio. Grazie all’accoglimento di alcuni emendamenti presentati dall’opposizione di centrosinistra. Che, per bocca di Giovanni Gallo e Franco Frigo, ricorda «abbiamo sempre detto sƒ ad un piano casa che dia uno scossone all’industria edile, ma ci siamo fermamente opposti alla devastazione del territorio». Arriva quindi il cambio di rotta della giunta regionale, che accetta alcuni «limiti» chiesti dal centrosinistra. Per dirla con una battuta di Frigo, «non si potrà ampliare villa Pisani a Strà». Perché„ uno degli emendamenti prevede che l’ampliamento di case o edifici non residenziali non possa essere fatto nei centri storici e per gli edifici vincolati. E neanche con cambiamenti di zona. Ad esempio un laboratorio o un capannone potrà  essere ingrandito solo se già in un’area destinata a fini industriali o artigianali. Rimarrà possibile dall’entrata in vigore della legge ingrandire fino al 40% la propria abitazione solo se prima casa non in centro storico. Una situazione che riguarda quasi mezzo milione di persone. Per questo tipo di opzione non occorrerà autorizzazione. Mentre per le seconde case (che in regione sono circa 400 mila), per i capannoni e altre strutture ci vorrà il permesso, entro il 30 settembre, dei consigli dei vari comuni in questione. «Abbiamo rovesciato il silenzio assenzio previsto in prima scrittura dalla legge – spiegano Gallo e Frigo – che dava, tra l’altro, tempo solo fino al 30 agosto per il parere di ogni comune. Ora, in caso di mancato pronunciamento, il tutto sarà considerato un diniego». (Enrico Albertini)

IL MATTINO DI PADOVA 26 GIUGNO 2009
In serata è toccato all’assessore Marangon annunciare la presentazione di tre nuovi emendamenti che fanno sintesi delle due filosofie, quella del centrosinistra, di porre un limite alla “cementificazione selvaggia”, e quella del centrodestra, di salvaguardare il principio ispiratore del provvedimento, concepito come volano per il rilancio del settore edilizio. Punto cardine dell’accordo, che ha portato l’opposizione all’annuncio del ritiro della manovra ostruzionistica (oltre 600 pagine di emendamenti), la possibilità di ampliare le prime case del 20% del volume esistente, con effetti immediati a partire dall’entrata in vigore della legge e una semplice dichiarazione di inizio attività. All’insegna del compromesso anche il ruolo dei Comuni, chiamati a recepire una normativa che avrà il valore di legge in deroga, rispetto ai piani urbanistici. Inoltre, diversamente da quanto attualmente previsto, ovvero il meccanismo del “silenzio assenso” da parte delle amministrazioni – con due mesi di tempo per escludere zone o immobili dal provvedimento – l’intesa obbliga i Comuni a deliberare se, dove e come applicare le nuove disposizioni, secondo il principio del “silenzio diniego”. Diversamente, nel caso in cui le amministrazioni non rispettassero tale obbligo, si profila l’ipotesi di un commissariamento. E ancora, tra i punti qualificanti l’intesa, l’esclusione da interventi di ampliamento e ricostruzione di centri storici, edifici vincolati o oggetto di specifiche norme di tutela e di aree di inedificabilità assoluta. Infine, si profila un ulteriore aumento del premio di cubatura fino al 50% per gli interventi di abbattimento e ricostruzione, in relazione alle caratteristiche di qualità energetica adottate, i cui criteri sono affidati alla Giunta. Sembra inoltre destinata a sparire dalla legge la possibilità  di ricostruire un edificio in zona diversa da quella in cui è stato abbattuto. Fin qui la professione d’intenti. Se ne riparla mercoledì, si spera per l’ultima volta. Al momento, il Consiglio ha approvato solo il titolo della legge ed il primo comma del primo articolo, ovvero le finalità della stessa. SIMONETTA ZANETTI
area sotto sequestro

paolini par vardarSabato 4 luglio 2009 ore 21.30

ESTE, Chiostro S. Francesco

PAR VARDAR

spettacolo di Marco Paolini

“Par vardar è un passaggio all’indietro per andare avanti. È un viaggio nel dialetto dei poeti veneti, nelle loro lingue, nel loro paesaggio; un viaggio che serve a noi per non perdersi, per risentire identità e radici.” Un viaggio nella poesia con inserti poetici di Giorgio Baffo, Ernesto Calzavara, Biagio Marin, Luigi Meneghello, Giacomo Noventa, Romano Pascutto, Anita Pittoni, Andrea Zanzotto.

Biglietto d’ingresso 10 euro
EUGANEA FILM FESTIVAL

Este. Legambiente esulta per la sentenza ma, visto che i lavori sono avviati, teme che il danno sia irreparabile. L’edificio che comprende le 14 villette è troppo alto e rovina il paesaggio.

 Il Mattino di Padova, 24 giugno 2009

ESTE. Esulta il circolo atestino di Legambiente. Con sentenza depositata il 15 giugno scorso, il Tar del Veneto ha posto un veto al permesso di costruire 14 unità abitative in via Chiesette Branchine. Lo stesso permesso, rilasciato il 27 dicembre 2007, sarebbe a detta del Tar «illegittimo perché non ha rispettato l’altezza massima prevista dall’articolo 12 delle Norme di attuazione del Prg di Este». La giustizia amministrativa ha annullato il permesso a costruire il contestato complesso di Meggiaro. Legambiente di Este esulta a metà: «Di fronte a tale sentenza le associazioni ambientaliste che avevano sollevato la questione fin dall’inizio del 2007, e tra queste in primo luogo Legambiente e Italia Nostra, si sentono confortate perché hanno trovato ragione. D’altra parte per. provano avvilimento perché sanno che la vicenda non finir. qui». I due gruppi, nella loro protesta, avevano coinvolto anche un centinaio di cittadini attraverso una petizione inoltrata prima del rilascio della concessione edilizia. «In questi due anni i pareri e i permessi sono stati dati in spregio di ogni ragionevole dubbio sollevato Ð continua la Baccini Ð e i lavori sono iniziati e gi. quasi terminati, stravolgendo l’area, racchiusa tra ville venete monumentali e il Rio Meggiaro, in area Parco». Legambiente ipotizza quello che potrà ora accadere: «Speriamo almeno nell’abbassamento delle costruzioni, che per. non € l’unica incongruenza rispetto al contesto urbanistico in cui il complesso € mal inserito, come avevamo inutilmente cercato di manifestare ai responsabili del Comune, del Parco e della Soprintendenza. Non sappiamo se ora queste istituzioni, che si sono dimostrate cos. poco propense a difendere i valori comuni del paesaggio a vantaggio delle ragioni private dei costruttori, avranno il coraggio di tornare sui loro passi e trovare una via d’uscita».  Nicola Cesaro

cementification

comunali arquà 2009

Provinciali Arquà 01

Provinciali Arquà 02

Provinciali Arquà 03

Europee Arquà 2009 01 Elezioni Europee Arquà 2009 02

il blog